ADHD o Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività
Quali sono le sue caratteristiche e come queste influenzano l’apprendimento.
Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività è uno dei disturbi comportamentali più diffusi: interessa circa il 7,8% della popolazione scolastica.
Come ci dice la stessa definizione, l’ADHD si manifesta, a partire dall’infanzia, con un evidente livello di disattenzione ed una serie di comportamenti che denotano iperattività ed impulsività. Queste caratteristiche possono influenzare diversi aspetti della vita quotidiana: primo tra tutti, se pensiamo a bambinз e ragazzз, è proprio l’apprendimento!
Per quanto riguarda i sintomi relativi alla ‘disattenzione’, le persone con ADHD presentano solitamente difficoltà nel rimanere concentrati e lavorare su uno stesso compito, per un arco di tempo prolungato. Inoltre costoro manifestano difficoltà nel riuscire a seguire le istruzioni che vengono loro fornite, con conseguente disorganizzazione nello svolgimento dell’attività, che spesso non portano poi a termine. Su quanto descritto, influisce anche la tendenza ad una facile distraibilità ed al guardarsi continuamente attorno.
Per quanto concerne l’area della ‘impulsività’, invece, i soggetti con ADHD sembrano avere una scarsa capacità di regolare e controllare impulsi ed affetti, con correlata difficoltà di inibizione dei comportamenti considerati “inappropriati” per il contesto in cui si trovano. Bambinз e ragazzз con ADHD, quindi, appaiono agitati, non riescono a rimanere fermi quando viene loro richiesto e parlano eccessivamente, con scarso controllo dell’intensità della voce. Inoltre, non sono in grado di aspettare il proprio turno e possono interrompere altre persone che conversano o stanno svolgendo attività.
Altro aspetto caratteristico di tale disturbo, relativamente alla scarsa capacità di “autoregolazione”, è la conseguente poca tolleranza alla frustrazione. Questo può influire anche sul livello di autostima e, in particolare in ambito scolastico, può emergere facilmente la delusione se il rendimento non è proporzionale all’impegno messo in atto, con conseguente perdita di motivazione.
In base a quanto detto finora, possiamo considerare che il percorso scolastico di bambinз e ragazzз con ADHD può risultare complesso poichè:
non riescono a prestare attenzione ai particolari e commettono errori di distrazione;
non riescono a seguire le istruzioni e quindi a portare a termine i compiti;
hanno difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività;
sono facilmente distrattз da stimoli estranei;
parlano fuori contesto;
manifestano impazienza;
hanno difficoltà a tenere a freno le proprie reazioni;
hanno difficoltà ad attendere il proprio turno.
Tendenzialmente, per bambinз e ragazzз con ADHD, potrebbe essere utile una suddivisione del carico di lavoro con pause programmate e tenendo conto che il maggior livello di concentrazione si potrebbe ottenere nelle prime ore della giornata. Ogni situazione è diversa e necessita delle opportune valutazioni ed osservazioni, ma in generale è sempre importante potenziare specifici interessi ed abilità.
Spesso, comunque, all’iperattività fisica è associata anche una “iperattività cognitiva” che porta queste persone ad essere particolarmente fantasiosз, creativз, curiosз e, se opportunamente stimolatз e sostenutз, possono dimostrare una brillante intelligenza ed intraprendenza.
Cosa ne pensate? Avete domande o ci sono altri aspetti dell’ADHD che vi piacerebbe approfondire?
Vi aspetto nei commenti!
Dott.ssa Silvia De Maio
Riferimenti bibliografici
Cornoldi C., Meneghetti C., Moè A., Zamperlin C. (2018). Processi cognitivi, motivazione e apprendimento. Il Mulino – Manuali, Bologna.
DuPaul G. J., Gormley M. J., Laracy S. D. (2013). Comorbilità tra difficoltà di apprendimento e ADHD. Tratto da «Journal of Learning Disabilities», vol. 46, n. 1, pp. 43-51, Hammill Institute on Disabilities. Traduzione di Carmen Calovi.
Harrison J. R., Vannest K. J., Reynolds C. R. (2011). Comportamenti distintivi dell’ADHD nei bambini e negli adolescenti. Tratto da «Journal of Attention Disorders», vol. 15, n. 2, pp. 147-160, Sage Publications. Traduzione italiana di Gabriele Lo Iacono.